Lettori fissi

mercoledì 26 novembre 2008

Ritorno al presente....

La chiacchierata con l'ex compagno di università non è che mi abbia un granchè tirato su di morale. Ovunque c'è aria di crisi (senti i TG, leggi i giornali, senti promesse da parte del governo di aiuti che non si sa che fine faranno).
Ti chiedi allora se potevi risparmiarti tutto questo: lasciare un posto di lavoro sicuro in un momento di recessione. Stranamente la risposta è semplice (è forse un po' irrazionale): dovevo lasciare quel posto di lavoro, a prescindere dalla "spintarella" fornitami dalle parole del mio ex titolare. Ormai erano un paio di anni che dentro di me sentivo che quel posto di lavoro non mi avrebbe accompagnato alla pensione (troppe erano le cose su cui non ero daccordo, specialmente riguardo la superficialità di alcune risposte da parte del mio ex titolare). L'azienda negli anni era cresciuta, nel 2007 ci siamo trasferiti in un capannone nuovo da 3000mq, il lavoro c'era e si lavorava parecchio.
Poi alleanze con aziende secondo me poco serie, la mancanza di personale specializzato (perchè si era licenziato) nel lavoro da compiere nei cantieri esterni, hanno fatto nascere una situazione di mancanza di lavoro nel 2008 che ha portato, insieme alla compressione degli ordini da parte del maggior cliente, a molteplici licenziamenti di operai ed ad un accanimento nei miei confronti nato anche da forniture non impeccabili derivate da progetti da me eseguiti.
L'intenzione di mettermi fuori da quell'azienda in tutti i modi, senza un tentativo di riconciliazione, mi dà il segno che il tempo dell'addio era giunto, senza possibilità di ripensamenti.
Ora aspetto la conclusione di questa lunga diatriba tra avvocati per trovare nuovi stimoli in un nuovo lavoro (sono sicuro di questo, anche se il mondo mi vuole "affossare").

Nessun commento: